Dalla terra il possibile sviluppo locale. E la terra è al centro del progetto “Agricoltura di comunità” voluto e portato avanti dall’amministrazione comunale di Vallesaccarda del sindaco Franco Archidiacono, architetto e precedentemente fiduciario della condotta Slow Food “Irpinia Colline dell’Ufita e Taurasi”.
Un progetto molto ampio a cui si è dato inizio con l’approvazione del Consiglio Comunale a maggio dello scorso anno. Varie le misure, le azioni intraprese e in itinere che già stanno dando buoni frutti. A ciò si aggiunge la scoperta del tartufo bianco dell’Ufita e della Baronia a cui si legheranno altre iniziative di valorizzazione e promozione.
Un nuovo sviluppo è possibile partendo proprio dagli attori locali e da ciò che i fertili terreni di Vallesaccarda possono offrire. Si chiama “Agricoltura di comunità” ed è un progetto pilota replicabile in altri contesti simili, volto a sostenere l’agricoltura di qualità. Non si tratta semplicemente di orti sociali. Si tratta, invece, dell’attivazione di un’intera filiera che partendo dalla terra può arrivare (ma già arriva) sui mercati europei oltre che su quelli locali. Si tratta allo stesso tempo di un’iniziativa di stampo sociale oltre che economico: dalla produzione alla trasformazione, passando anche per l’educazione, dalla valorizzazione alla promozione e alla commercializzazione. L’innovazione consiste nel mettere al centro la comunità, mettere a sua disposizione tutti gli strumenti di cui ha bisogno.
E’ in fase di realizzazione il “laboratorio comunitario” con apertura prevista a dicembre. Si tratta di uno spazio pubblico destinato a diventare un opificio, con attrezzature e macchinari, ma soprattutto con autorizzazioni sanitarie e debite certificazioni. Chiunque abiti in Baronia e voglia trasformare, conservare e commercializzare i frutti del proprio lavoro nei campi in prodotti di mercato potrà farlo. All’inizio si partirà con filiere di prodotti tradizionali, come salse di pomodori, marmellate e confetture e sott’oli.
Non solo prodotti tradizionali, ma anche prodotti derivanti da riconversione agricola della zona, come abbiamo visto la scorsa settimana a Lacedonia con lo zafferano, che qui a Vallesaccarda ha già visto la luce lo scorso anno con un campo sperimentale. L’intento dell’amministrazione è quello di sviluppare il settore agricolo anche in questa direzione: non solo zafferano ma anche altre coltivazioni (erbe officinali e canapa).
Parlando ancora di prodotti, l’attenzione si sta portando anche su una delle recenti scorperte: il tartufo, in particolare quello bianco. Nel territorio, infatti, è diffusa una numerosa risorsa tartuficola ma qui non vi è la tradizione culinaria e nemmeno l’adeguata conoscenza per la raccolta. Una prima azione del Comune è stata quella di promuovere e sostenere chiunque per il rilascio del relativo patentino presso la Provincia. Una seconda è stata quella di estendere al Settore Agricoltura della Regione Campania la richiesta di riconoscimento di questa tipicità locale. Un tubero, questo di Vallesaccarda, molto pregiato ed organoletticamente eccelso.
Dal punto di vista sociale, il progetto è già stato sperimentato con ottimi risultati: la mensa scolastica a km0 è un esempio. Durante lo scorso anno scolastico, infatti, sulle tavole dei giovani alunni sono stati portati i prodotti locali della Baronia. Il prossimo passo sarà quello di introdurre i prodotti del laboratorio di comunità. L’educazione alimentare, unita alla trasmissione di saperi e ai buoni prodotti, in ottica di generazioni future è sicuramente un’ottima iniziativa di presa di coscienza e consapevolezza per gli uomini di domani. Dal prossimo anno saranno anche introdotti gli orti scolastici, in modo da dare valore aggiunto a questa iniziativa.
Restando ancora in ambito formativo, ma con una visione anche di promozione, diverse sono le iniziative intraprese con il locale Istituto Alberghiero. “Irpinia in un piatto” è il concorso ideato per portare in tavola nuovi piatti usando però sempre i prodotti tipici locali. La prima edizione ha avuto successo e verrà replicata il prossimo anno. Una seconda iniziativa è l’istituzione di una borsa di studio per i migliori allievi che consisterà in una vacanza-lavoro di tre mesi in Francia nella cittadina Guebwiller. Qui in Alsazia vi è già stato modo di tenere la “Settimana della cucina irpina”, con un’ottima affluenza di pubblico.
Un occhio alla Francia anche per quanto riguarda la commercializzazione dei prodotti vallesaccardesi. A Magné, dove da anni è attivo il gemellaggio tra il paesino irpino e la cittadina francese, sorgerà un punto vendita di prova, che se otterrà i risultati sperati sarà esportato anche nelle altre località estere dove risiedono gli emigranti vallesaccardesi. Una piattaforma web di e-commerce completerà la distribuzione e la vendita anche in altri paesi.
Nel periodo autunnale, come ormai già da diversi anni, si terrà la rassegna “Vallesaccarda Eco-Gastronomica”, rassegna d’arte culinaria dell’Appennino Meridionale e Farm Market dei prodotti della filiera corta, a cui sono stati affiancati nell’ultima edizione anche gli Slow-weekend, pacchetti turistici incentrati sui prodotti di questa terra, delle relative aziende e dei rispettivi comuni. Il tutto ricondotto anche a un discorso di promozione turistica dell’intera area della Baronia legata ai prodotti tipici ma anche ai 187 km di sentieristica già esistente ma non ancora adeguatamente valorizzata.