“Con l’implementazione della raccolta differenziata spinta, abbiamo risultati in continuo miglioramento. Entro la fine dell’anno vorremmo avvicinarci alla soglia del 65%, molto rara al Sud”. Ottimismo e soddisfazione nelle parole del presidente di Irpiniambiente, Nicola Boccalone, che ha ricevuto e accompagnato la stampa in un tour all’interno dell’impianto di compostaggio di Pianodardine. Con lui, a fare il giro dei capannoni e a mostrare gli interventi di rinnovamento effettuati allo Stir, oggi totalmente libero dalle ecoballe, anche il presidente della Provincia, Domenico Gambacorta.
La raccolta differenziata nella provincia di Avellino ha registrato un aumento di 4 punti percentuale dal 2014 ad oggi, passando dal 57% al 61.25% del primo semestre del 2018. “Tendenziale miglioramento destinato a crescere – ha proseguito Boccalone -. Anche perché stiamo acquisendo nuovi comuni all’interno del servizio. Oltre all’efficienza, vogliamo sottolineare l’economia del risultato. Nessun comune da noi servito ha superato la soglia del costo standard. Risultato raggiunto anche grazie al socio Provincia che ha sostenuto una serie di interventi prescritti alla nuova AIA. Una novità per la Campania perché è la prima a sostituire le precedenti del 2011”. 550.000 euro i soldi spesi per la nuova AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale), che opera da pochi mesi e autorizza 114.500 tonnellate annue di rifiuti trattabili presso l’impianto. Cambiamento indispensabile al miglioramento della raccolta differenziata che richiedeva un ammodernamento non solo degli impianti, ma anche nella parte amministrativa. E grazie al quale Irpiniambiente ha ottenuto autorizzazioni per nuove tipologie di rifiuti e un riequilibrio delle diverse frazioni differenziate.
Sull’operazione, avviata a marzo 2017 e completata a settembre 2018, che ha visto la rimozione di oltre 21.000 ecoballe dalle aree interne e circostanti lo Stir di Pianodardine, il presidente del braccio operativo che gestisce l’intero ciclo di raccolta, trasporto e recupero o smaltimento dei rifiuti, ha sottolineato “le ecoballe sono andate via non per fumo ma per rimozione, grazie alla convergenza costruttiva di comitati, ambientalisti, media e istituzioni. L’operazione è stata completata in poco tempo, con la collaborazione continua e costante della società individuata dalla Regione per la rimozione”. Tuttavia l’avvocato ha espresso l’intenzione di tenere alta la guardia e difendere l’area liberata da nuove possibili occupazioni, “il clima non è del tutto sereno, si registrano continui incendi. Il sistema non è nelle migliori condizioni per cui, in caso di crisi, potrebbe rinascere l’appetito per l’area e noi dobbiamo essere pronti a difenderla”. Per continuare le attività di miglioramento del sito e della stessa raccolta differenziata, Irpiniambiente è in attesa di interloquire con il comune di Avellino per il rilascio di ulteriori autorizzazioni per procedere nella lavorazione degli ingombranti.
“Oltre 600.000 euro più le quote del 2018 non ancora impegnate totalmente – questa l’osservazione di Gambacorta -. Come vedete la Provincia, come socio, ha fatto il suo dovere, e i risultati ci sono. Siamo largamente al di sotto come quantità di conferimento rispetto alle tonnellate previste dalle autorizzazioni. E c’è anche il dato del costo che indica quanto sia stato risparmiato rispetto a quando la trasferenza dell’umido si faceva in aziende private. Un risparmio di circa 200.000 euro l’anno, un piccolo ma significativo segnale”.