Roberto De Filippis è per tutti Buglione. Inconfondibile con il suo metro e novanta di altezza e i grossi rasta raccolti sulla testa. Lo puoi incontrare spesso con un megafono in una mano e la bandiera rossa nell’altra, in giro per l’Irpinia, a combattere le battaglie del territorio. Il suo modo di fare politica, tanto vintage quanto immediato, lo ha portato, oggi, ad una candidatura alle prossime elezioni regionali nelle fila della coalizione «Sinistra al lavoro per la Campania» a sostegno di Salvatore Vozza.
Roberto, da dove viene la tua candidatura?
Nasce sicuramente dal partito ma anche dalla volontà degli attivisti No Triv di invadere il mondo della rappresentanza. Vogliamo portare le istanze di questo territorio nelle stanze che contano.
La questione petrolio sarà sicuramente un cardine della tua campagna elettorale.
Certamente. Iniziamo col dire che di questa vicenda se ne parla dal 2012. Tutti ne discutevano ma nessuno ha mai avuto il merito di bloccarla ed in questo Stefano Caldoro ha una responsabilità enorme. Si sprecavano tante belle parole ma, alla fine, si è aspettato il 31 marzo, scadenza dettata dallo Sblocca Italia, per lavarsene le mani.
Dunque, responsabilità di Caldoro ma anche del Pd…
Il Pd in Irpinia si dice No Triv e poi i nostri parlamentari sono stati i primi a firmare lo Sblocca Italia. Anche per questo dobbiamo contrapporci all’abbandono delle zone interne o ai tagli indiscriminati alla sanità. Questa candidatura è un’occasione importante per entrare pienamente nelle questioni politiche e cambiare le cose.
Qual è la tua idea di Campania?
Abbiamo bisogno di un piano per le aree interne. Negli ultimi 20 anni, l’Irpinia, ad esempio, ha costruito un modello economico diverso. C’è una parte della società, fatta soprattutto di giovani, che ha scelto da che parte stare: quella della tutela del territorio. Al contempo, però, c’è ovviamente la necessità di mettere in piedi un piano serio per il lavoro, prendere provvedimenti per gli ammortizzatori sociali, per garantire un salario minimo aperto a tutti, per sbloccare le questioni legate al mondo della scuola e dei trasporti.
Non credi che la sinistra abbia perso un’occasione ghiotta per annientare Caldoro? Mi spiego. Con un blocco unico, insieme al Pd, non ci sarebbero state maggiori possibilità di vittoria?
Non credo. O meglio, partiamo dal presupposto che oggi esistono due destre: una è quella di Caldoro, l’altra è rappresentata dal Pd. Un partito, quest’ultimo, che propone la cementificazione selvaggia, un partito affarista che vende il proprio territorio, il partito dell’Expo e delle sue beghe. E’ impensabile contrapporre a Caldoro un De Luca vittima della Legge Severino, della quale, tra l’altro, non parlo perché resto garantista. Noi siamo contro l’intero Pd e contro quel Vincenzo De Luca che, cinque anni fa, perdendo le elezioni e non facendo una opposizione forte, ha lasciato la Campania in mano a Caldoro.
Su Facebook è nata una pagina per sostenere la tua candidatura. Hai avuto molto sostegno, che effetto ti fa?
Mi dà una carica incredibile. Sono felice perché credo fermamente che la mia sia una candidatura «collettiva», la partecipazione politica singola non ha senso. L’impegno deve essere condiviso e sono grato a tutte le persone che stanno sostenendo la pagina facebook. Fino a poco tempo fa la gente aveva paura di dire per chi votava, oggi lo rivela addirittura un mese prima, è un bel segnale.