E’ il momento giusto per la visita in Alta Irpinia del Procuratore nazionale Antimafia, Franco Roberti. Il magistrato che a ridosso del 1980 si occupò anche dei crolli legati al terremoto, all’epoca lavorava al Tribunale di Sant’Angelo dei Lombardi, sarà nel centro di comunità di Sant’Angelo la mattina del 23 novembre. Con lui il Procuratore di Avellino, Rosario Cantelmo, e il direttore de Il Mattino, Alessandro Barbano. I tre terranno una relazione su legalità e comunicazione davanti ai cittadini e agli studenti. Il momento del ricordo innanzitutto. Il ricordo delle vittime del sisma, nel paese che pianse più morti. Ma a 35 anni da quella tragedia è auspicabile una riflessione più ampia su queste terre; su queste terre oggi. I due magistrati potrebbero aprirla simbolicamente per poi dare a questa un seguito operativo.
Ci riferiamo soprattutto a ciò che sta avvenendo intorno ai parchi eolici. Lunedì l’ultimo di una serie di episodi che definire inquietanti comincia a diventare ripetitivo. Da troppo tempo zone come Lacedonia e Bisaccia registrano presenze probabilmente malavitose. Anzi diciamo pure criminali, per non cadere nel linguaggio “politicamente cauto”. Lo dimostrano i continui attacchi agli impianti eolici, quelli che i sindaci hanno formalmente definito “attentati” nel documento inviato alla Regione Campania. Lo dimostra il clima che si respira a Est di nessun Ovest, fatto di paura e intimidazioni, in luoghi che continuano a scervellarsi sul loro futuro cercando le risposte in un grande progetto di rilancio, con un presente che diventa insopportabile e che rischia di generare confusione, timori e scoramento.
Intorno all’affare del vento non si riesce ancora a far chiarezza. C’è prima di tutto un problema di fondo. La parola “criminalità” viene pronunciata a fatica dagli stessi amministratori. Nell’assemblea di Bisaccia il sindaco di Calitri dice “attentati” in un silenzio irreale. Senza voler creare allarmismo, anche se in realtà gli interventi di forze dell’ordine e vigili del fuoco sono ampiamente in doppia cifra, diciamo che a nostro parere il problema criminale è grave quanto quello ambientale. E forse di più. Sarà anche impopolare sostenerlo, ce ne rendiamo conto. Tuttavia molti episodi non sembrano legati alla cosiddetta “aggressione del territorio”; alla volontà di qualcuno, per dirla in parole povere, di conquistare terre su cui piazzare nuove pale. Piuttosto sembra che per adesso molti episodi siano collegati a qualcosa, e parliamo di centinaia di pale eoliche, che già esiste. Dunque con o senza i futuri parchi del vento i problemi resterebbero. Ed è altrettanto evidente, sempre a nostro opinabile parere, che uno stop alle installazioni non metterebbe automaticamente al riparo dalla criminalità.
Roberti e Cantelmo, si diceva. La loro visita sarà importante perché forse per la prima volta, è accaduto qualche giorno fa ad Avellino durante la visita della Commissione Antimafia, si mettono sullo stesso piano il Vallo di Lauro, zona interessata da fenomeni camorristici, e la “tranquilla Alta Irpinia” (definizione troppo comoda). Ma il fatto che si stia prendendo coscienza delle presenze oscure, silenziose e pericolose che oggi stanno agendo su ciò che è stato deciso negli anni, ci sembra un bene. O meglio, un punto di partenza. Sappiamo tutti che i magistrati debbano anche e soprattutto intervenire, e certamente questo avviene nel lavoro quotidiano e nel silenzio benigno delle attività di indagine. E’ contro il silenzio maligno che bisogna lavorare. Quello che non fa denunciare, segnalare. Per questo anche una sola parola di Roberti o di Cantelmo può fungere da stimolo verso chi lotta contro il malaffare e a difesa del territorio. Può infondere coraggio in un amministratore o in un’associazione. Perché le parole sono importanti.